Divorzio breve in comune: come fare, costi, procedura e modulistica
Quando si parla di divorzio si fa riferimento a quel particolare istituto giuridico che permette lo scioglimento, o più precisamente, la cessazione degli effetti civili del matrimonio quando tra i coniugi viene meno la comunione materiale e spirituale di vita. Tuttavia, è bene precisare che il divorzio ha un costo che grava sugli interessanti, è risaputo infatti che sono tante le coppie che, soprattutto in passato, non sono ricorse al divorzio per via dei costi che erano previsti e della necessità di rivolgersi ad un legale.
Da qualche anno però la prospettiva è mutata grazie alla legge 10 novembre 2014 n. 162, che è la Conversione del decreto-legge 12 settembre 2014 n. 132, recante “misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile”, definita anche legge sul divorzio in comune o divorzio breve, è possibile decidere di far cessare la propria vita coniugale senza doversi preoccupare eccessivamente delle spese che comporta un tale istituto giuridico.
Non solo si tratta di un procedimento molto più economico, ma anche più rapido, dal momento che la legge sul divorzio in comune consente di evitare il ricorso al giudice del tribunale e all’avvocato, recandosi direttamente in Comune alla presenza del sindaco o dell’addetto all’anagrafe, formalizzando la separazione o il divorzio. Il che inevitabilmente ha degli effetti positivi sia sui costi che sui tempi.
Prima si accerterà che i coniugi vogliano realmente separarsi, poi darà loro 30 giorni per meditare sulla scelta, e se, dopo il termine, la volontà verrà riconfermata, il legame matrimoniale cesserà.
Le novità introdotte con la legge sul divorzio veloce in comune
La procedura del divorzio breve in comune introduce due modi diversi rispetto al tradizionale ricorso al tribunale, dal momento che è possibile recarsi presso lo studio di un avvocato per firmare una scrittura che poi viene trasmessa in tribunale per ottenere il “nulla osta” del p.m. (la cosiddetta negoziazione assistita); la seconda, come dicevamo, prevede che ci si rechi presso l’anagrafe del Comune (ma solo a condizione che non si debbano trasferire la casa coniugale o altri beni patrimoniali) e non è necessaria l’assistenza del legale.
La presenza di quest’ultimo infatti è meramente facoltativa il che permette di garantire un sostanziale abbattimento dei costi necessari per porre nel nulla gli effetti civili del matrimonio celebrato dinanzi all’ufficiale di stato civile.
La differenza sostanziale di queste modalità di divorzio veloce è che mentre alla prima si può accedere anche nel momento in cui la coppia abbia figli minori, con handicap o non autosufficienti sul piano economico, per il divorzio in comune è necessario che i coniugi non abbiano prole.
Il tratto condiviso dalle due procedure, invece, è che sussista il consenso dei coniugi: qualora manchino l’accordo o l’intesa su ogni aspetto, ivi compresi l’importo dell’assegno di mantenimento, sia a favore del coniuge (moglie o marito che sia), sia a favore della prole (nel caso si voglia approfondire questo aspetto cruciale, è consigliabile leggere una recente pronuncia della Cassazione a Sezioni Unite Cass. S.U. 18287/2018, la quale ha una vera e propria portata innovatrice), affidamento dei figli e il relativo diritto di visita, bisognerà tradizionalmente rivolgersi al tribunale, e non si potrà quindi godere dei benefici in termini di tempi e costi che il divorzio veloce in comune consente.
È possibile ricorrere alle modalità previste dalla nuova legge sul divorzio in comune anche nel caso in cui si debbano rivedere le condizioni già stabilite in precedenza all’atto della separazione. È infatti possibile che vi faccia ricorso anche chi si è già separato prima dell’entrata in vigore della riforma o a chi, volendo modificare le condizioni di divorzio, aveva divorziato con il vecchio sistema.
Divorzio in comune: requisiti
Fatte le debite premesse e distinzioni, è fondamentale individuare i presupposti in base ai quali è possibile richiedere il cosiddetto divorzio in comune. L’asse gravitazionale attorno a cui ruota questa forma di divorzio è il consenso, o meglio, la comune volontà dei coniugi, in caso contrario infatti, ovvero in caso di disaccordo, è necessario rimettersi ad una volontà terza ed imparziale che regolerà tutta la procedura di separazione o di divorzio.
Oltre al consenso dei coniugi infatti esistono ulteriori presupposti per poter ottenere il divorzio direttamente in comune. Il legislatore ha previsto una precisa regolamentazione volta a proteggere le parti deboli del divorzio come ad esempio i bambini.
È necessario sottolineare infatti che non è possibile richiedere il divorzio in comune con figli, e lo stesso vale per il divorzio in comune con figli minorenni, e ratio è chiara. Il legislatore cerca di garantire maggiore tutela a favore di quei nuclei familiari in cui sono presenti i figli, specie se minorenni, incapaci, portatori di handicap grave o, seppur maggiorenni, privi di una propria indipendenza economica.
In questi casi infatti l’assistenza di un legale rappresentate potrebbe risultare fondamentale per garantire al meglio i diritti di tutti i soggetti coinvolti, direttamente o indirettamente, nel divorzio. È necessario precisare altresì che, non è comunque possibile procedere con il divorzio in Comune quando l’accordo tra i coniugi investe aspetti patrimoniali che interessano l’intero nucleo familiare come ad esempio: assegnazione della casa familiare, l’arredamento presente nella stessa, l’autovettura dei coniugi, gli eventuali libretti di risparmio, carte di credito etc. Gli aspetti patrimoniali infatti presuppongono la redazione e la sottoscrizione, in separata sede, di un’apposita scrittura privata alla presenza degli avvocati.
A proposito di quest’ultimo punto, sorge un dubbio interpretativo in merito all’assegno di mantenimento, visto che alcuni Comuni ritengono che esso non possa essere stabilito dai coniugi, dal momento che viene assimilato ad un trasferimento patrimoniale, mentre secondo altri, come Milano o Ivrea, il divieto non concerne il mantenimento, per cui sono gli stessi coniugi a poterne stabilire l’entità.
Dove ci si deve presentare per la separazione o il divorzio in Comune?
Per procedere al divorzio consensuale al Comune è necessario che entrambi i coniugi si rechino presso la casa Comunale dell’ufficio anagrafe dinanzi all’ufficiale di stato civile, o in mancanza, dinanzi direttamente al primo cittadino. In parole povere, i coniugi sono tenuti a recarsi nel Comune di residenza di uno di loro, o direttamente nel Comune presso cui è stato trascritto l’atto di matrimonio e hanno la facoltà di avvalersi dell’assistenza di un legale.
Divorzio in Comune modulistica: tutto ciò che è necessario per sciogliere il vincolo matrimoniale e per la separazione consensuale
Se si è intenzionati ad avvalersi di questa particolare modalità di divorzio, è bene conoscere in anticipo quali sono tutti i documenti necessari da esibire direttamente in Comune.
È bene delineare una differenza tra divorzio e separazione, entrambe consensuali. Per quanto concerne la separazione, occorre possedere ed esibire il documento di identità dei coniugi e l’autocertificazione in merito a residenza, luogo e data di matrimonio, e l’attestazione di assenza di figli.
Per quanto concerne invece divorzio veloce in Comune bisognerà aggiungere a questi documenti la copia della sentenza di separazione giudiziale rilasciata dal tribunale, o il decreto di omologa di separazione in caso di separazione consensuale, o l’originale dell’accordo di separazione se si è ricorso alla negoziazione assistita.
Quali sono i costi del divorzio in Comune?
Uno dei tratti salienti di questa particolare modalità di divorzio sono i costi esigui. Grazie al divorzio in Comune infatti è possibile garantire a tutti la possibilità di divorziare dalla moglie o dal marito senza dover pagare cifre sostanziose, e per alcuni insostenibili.
In parole povere, si tratta di una procedura molto meno dispendiosa di quella ordinaria, tant’è che è previsto solo un diritto fisso di 16 euro.
Divorzio breve in Comune: procedura
Una volta individuato dal punto di vista dogmatico il divorzio breve, è necessario comprendere l’aspetto procedimentale dello stesso, solo in questo modo è possibile comprendere a pieno le sue caratteristiche e peculiarità.
Come precisato in precedenza, il divorzio al Comune prevede un primo incontro nel quale il Sindaco o l’ufficiale di stato civile redige l’accordo di separazione e concede ai coniugi 30 giorni per tornare sui propri passi; al secondo incontro se si presentano entrambi i coniugi l’accordo di separazione è valido e gli atti vengono inviati agli uffici competenti per le annotazioni sull’atto di matrimonio, se invece uno o entrambi i coniugi non si presentano l’accordo di separazione non è valido e decade (il che però non vieta che i coniugi si presentino in qualsiasi successivo momento per riavviare la procedura). Dunque, quando ricorrono tutte le circostanze appena citate, è possibile divorziare in soli 30 giorni con una spesa piuttosto esigua.
La procedura del divorzio al Comune prevede in alcuni Comuni un incontro preliminare informale volto a verificare la documentazione, mentre in altri è sufficiente concordare telefonicamente l’appuntamento. In parole povere, l’iter procedimentale e conseguentemente i tempi necessari, potrebbero variare da Comune a Comune.
Quali sono i tempi del divorzio al Comune?
Nel caso in cui si sia fatto ricorso alla cosiddetta separazione “giudiziale” ovvero effettuata dinanzi ad un giudice terzo e imparziale in un vero e proprio processo giurisdizionale, è necessario che trascorra un anno di tempo prima di accedere al divorzio.
Viceversa, se invece si è fatto ricorso ad una precedente separazione consensuale (a prescindere da dove si sia effettuata: in tribunale, in Comune o con la negoziazione assistita), è necessario attendere solo sei mesi per procedere con un divorzio breve in Comune.
Se vuoi avere maggiori informazioni su questa tematica, o su temi affini, puoi consultare un sito specializzato come avvocati divorzisti e trovare l’avvocato matrimonialista della tua zona pronto ad aiutarti.