Divorzio non consensuale: procedura, tempi, costi e modello
Nella migliore delle ipotesi, dopo la separazione consensuale, con la comune volontà di procedere alla dissoluzione del rapporto coniugale, marito e moglie si siedono a tavolino e decidono, nell’interesse di entrambi, le conseguenze del divorzio, stabilendo in maniera consensuale come gestire l’affidamento dei figli, l’eventuale assegno di mantenimento alla moglie, al marito o ai figli, o l’assegnazione della casa coniugale.
Tuttavia, nella realtà dei fatti, ciò non accade con la frequenza con la quale ci si augurerebbe. I coniugi infatti, per svariati motivi, possono essere in disaccordo facendo sfumare la possibilità di un divorzio consensuale e per superare le divergenze, nel rispetto dei diritti, devono fare ricorso al cosiddetto divorzio giudiziale.
Si tratta, dunque, di una procedura lunga e complessa, specie se si tratta di divorzio giudiziale con figli minorenni, che viene intrapresa quando su uno, o tutti, gli aspetti prima citati, non è in alcun modo possibile che le parti in causa addivengono ad un accordo. È per questo che si può parlare anche di divorzio non consensuale, poiché alla base di questa modalità di divorzio c’è un contenzioso tra i coniugi.
Quali sono i casi in cui è necessario ricorrere al divorzio giudiziale
Come sopra anticipato, alla base di questa modalità di divorzio può esserci il mancato accordo tra i coniugi in merito alle condizioni del divorzio, oppure ancora, uno dei due non è intenzionato a concedere il divorzio all’altra parte.
In questa particolare ipotesi il coniuge interessato (ovvero colui che ha richiesto il divorzio) può adire il tribunale ed incardinare un processo la cui finalità è quella di ottenere lo scioglimento del matrimonio mediante provvedimento giudiziario.
Prima di analizzare le caratteristiche del processo di divorzio, è fondamentale comprendere quando può essere proposta la domanda giudiziale di divorzio. La fonte normativa da prendere in considerazione è la Legge 898/1970 art. 3 che riporta puntualmente i casi in cui, lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, può essere domandata:
- nel caso in cui, dopo la celebrazione delle nozze, uno dei coniugi sia stato condannato con sentenza passata in giudicato, anche per fatti commessi in passato. Le pene prese in considerazione dal legislatore sono piuttosto gravi, la norma infatti fa riferimento all’ergastolo, ovvero ad una pena detentiva superiore ad anni 15;
- uno dei coniugi è stato condannato ad una qualsiasi pena detentiva per uno dei delitti previsti dagli artt: 564, 519, 521, 523, 524 C.P;
- qualsiasi pena per omicidio volontario di un figlio ovvero tentato omicidio a danni del coniuge o di un figlio;
- pena detentiva, con due o più condanne, per i delitti di cui all’articolo 582 C.P;
La procedura di Divorzio giudiziale
È possibile avviare una procedura di divorzio giudiziale solo dopo che siano passati 3 anni dal giorno in cui il Giudice si è pronunciato sulla separazione legale dei coniugi (attenzione, non separazione di fatto!).
Trascorso il lasso di tempo previsto dalla legge, a quest’ultima può fare seguito, da parte dell’avvocato di uno dei soggetti in causa, la richiesta di divorzio. La procedura di divorzio giudiziale prevede poi che venga fissata una prima udienza, al fine di stabilire dei provvedimenti temporanei che avranno efficacia fino al pronunciamento della sentenza di divorzio.
Prima udienza divorzio giudiziale
In genere quando si pensa al divorzio giudiziale si pensa sempre ad un processo lungo e tortuoso, fortunatamente però non è sempre così. Talune volte infatti, può capitare che il contenzioso volge al termine già in occasione della prima udienza, ammesso che i coniugi abbiano un atteggiamento “collaborativo”.
In occasione della prima udienza il presidente del Tribunale è tenuto ad una conciliazione tra le parti. Nel caso in cui le parti dovessero essere di comune accordo, il processo si concluderà già in questa fase iniziale del processo. In caso contrario invece, il presidente è tenuto a valutare se effettivamente la comunione legale e spirituale tra i coniugi sia venuta meno in modo da poter nominare un giudice istruttore e proseguire con il processo.
I documenti del divorzio giudiziale
Ma come prende avvio la procedura di divorzio non consensuale?
Presentando una domanda di divorzio cui va allegata una serie abbastanza nutrita di “scartoffie”!
Presso quali uffici pubblici bisognerà recarsi per munirsi dei documenti del divorzio giudiziale?
Prima di tutto al Municipio, che dovrà rilasciare il certificato di residenza e lo stato di famiglia di entrambi i coniugi; poi bisognerà recarsi dal commercialista per avere la dichiarazione dei redditi degli ultimi 3 anni; e infine al Tribunale per la copia autentica della sentenza di separazione e dell’omologa della separazione.
I tempi del divorzio giudiziale
E’ chiaro che, trattandosi di un evento particolarmente sofferto, esacerbato anche da conflittualità e ripicche, si vorrebbe che il divorzio si chiudesse quanto prima. In realtà però stabilire a priori i tempi del divorzio giudiziale non è affatto semplice o scontato, perché le diverse udienze possono allungarne notevolmente la durata. In linea di massima comunque non si parla di un periodo di tempo inferiore ai 2-4 anni (a differenza di quello consensuale, il cui decorso oscilla fra i 2 e i 9 mesi: un tempo notevolmente ridotto!).
Effetti del divorzio giudiziale
Una volta concluso il processo di divorzio giudiziale, il giudice emette la sentenza di cessazione degli effetti civili del matrimonio ed ordina al cosiddetto ufficiale di stato civile del luogo dove hanno trascritto il matrimonio di procedere all’annotazione della sentenza.
Gli effetti sono i medesimi, sia che si tratti di divorzio giudiziale senza figli o di divorzio giudiziale con figli.
In poche parole, la donna perderà il cognome che aveva aggiunto al suo al seguito del matrimonio (anche se in taluni casi il tribunale può autorizzare la donna all’utilizzo del cognome dell’ex marito anche post divorzio). Il giudice altresì dispone, nei confronti di uno dei coniugi l’obbligo di versare un assegno nel caso in cui uno dei coniugi vessi in una situazione di difficoltà economica.
Infine è bene precisare che la sentenza di divorzio fa venir meno tutti i diritti successori (salvo taluni casi limitati) dei coniugi.
I costi del divorzio giudiziale
Così come per la durata, anche per i costi del divorzio giudiziale non è facile esprimersi in maniera univoca e precisa, né tantomeno predefinita, visto che essi sono determinati essenzialmente dalla conflittualità dei coniugi e dai tempi del divorzio giudiziale (quindi a seconda del numero di udienze, di memorie e atti da presentare, di incontri ecc.).
Ma se proprio volessimo stabilire quanto costa un divorzio giudiziale potremmo asserire che, nei casi meno complessi, l’esborso oscilla tra i 1.500€ e i 3.000€.
In queste spese è ricompreso anche il contributo unificato per il divorzio giudiziale, cioè la tassazione per le spese degli atti giudiziari che ha sostituito tutte le altre imposte versate, in passato, per i procedimenti penali, civili e amministrativi.
Divorzio giudiziale dopo separazione consensuale
È possibile arrivare ad un divorzio giudiziale dopo una separazione consensuale?
Purtroppo sì, nel caso in cui tra la separazione e il divorzio fossero insorti problemi legati agli accordi fra i coniugi riguardo i termini stessi del divorzio.
Ma, fortunatamente, è verificabile anche l’inverso, per cui se i coniugi riuscissero a pervenire ad un accordo, potrebbero passare dalla procedura giudiziale a quella consensuale.
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