Era il primo dicembre 1970 quando, con la legge Fortuna-Baslini, si introdusse nel nostro Paese il divorzio, cioè quel processo legale che pone fine a un matrimonio.
Dopo 40 anni, la Camera ha dato il consenso al testo di legge sul divorzio breve, che è entrato in vigore l’anno passato, precisamente il 26/05/2015.
Con tale approvazione lo scenario cambia profondamente rispetto al passato (indipendentemente che si considerasse un divorzio consensuale o una procedura giudiziale).
Tempi e costi del divorzio breve
L’innovazione fondamentale praticata da questo istituto riguarda la durata: i tempi del divorzio breve si riducono sensibilmente, tant’è che, se la volontà di porre fine al matrimonio è condivisa, si può anche arrivare al divorzio in 6 mesi (questa è la separazione necessaria, mentre con la procedura tradizionale non era possibile arrivare alla richiesta di divorzio se non dopo 3 anni).
I tempi del divorzio breve passano da 6 a 12 mesi in caso di separazione personale, cioè qualora non sia stata presentata domanda congiunta.
Altra peculiarità del divorzio breve è che esso può essere richiesto davanti al sindaco o all’avvocato, bypassando in tal modo l’intervento dal giudice.
Determinante che porta ad una riduzione dei costi del divorzio breve. Infatti, nonostante pure in questo caso, qualora ci si rivolga ad un legale, l’esborso dipenderà dalle sue parcelle, oltre che dalla città nella quale esercita (visto che in città come Milano, Roma, Torino e Genova, dove il costo della vita è maggiore, rivolgersi ad un avvocato è più dispendioso), i costi del divorzio breve possono anche notevolmente abbattersi, nel caso in cui ci si opti per un divorzio davanti al sindaco.
Grazie al testo di legge sul divorzio breve, infatti, basta presentarsi di fronte al primo cittadino del Comune di residenza di uno dei due coniugi muniti del documento nel quale si dichiara di volersi dividere.
Cosa accadrà in quel momento?
I coniugi firmeranno l’accordo e la dichiarazione davanti al sindaco (o ad un funzionario che ne faccia le veci), e dovranno ripresentarsi dopo 30 giorni per confermare la scelta.
E se dopo 30 giorni non li si vedesse?
Rimarrebbero a tutti gli effetti legalmente sposati!
Divorzio breve con figli minorenni
Con la riforma del divorzio breve è previsto il ricorso ad una forma di negoziazione assistita da un avvocato.
In cosa consiste?
In un accordo tramite il quale le parti convengono “di cooperare in buona fede e lealtà”, al fine di risolvere in via amichevole una controversia. L’accordo in questione non può riguardare né i diritti indisponibili né materie di lavoro, e deve essere in forma scritta e conclusa con l’assistenza di uno o più avvocati.
Cosa accadrà se il divorzio veloce in comune avviene tra una coppia sposata con figli? E se i figli fossero minori o maggiorenni incapaci, portatori di handicap grave, oppure ancora economicamente non autosufficienti?
In questo caso bisognerà che il pubblico ministero presso il tribunale competente verifichi che l’accordo di divorzio breve risponda all’interesse dei figli, e solo in quel caso lo autorizzi.
Quindi, in caso di divorzio breve con figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti la durata della separazione che permette di “accedere” alla pratica resta immutata, quello che cambia è solo che il procedimento potrebbe allungarsi, soprattutto se i figli presentassero un handicap.
A cambiare, in base al testo di legge sul divorzio breve che è stato approvato, è anche la comunione dei beni, in quanto questa si scioglie all’atto della separazione autorizzata dal giudice o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.
E questo vale anche per i procedimenti in corso, visto che il divorzio breve è retroattivo.
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