Cos’è il Divorzio con Addebito? Un errore terminologico, dal momento che non esiste! L’istituto cui ci si riferisce è invece quello della separazione con addebito.
Sappiamo che la separazione non pone fine al rapporto ma ne sospende temporaneamente alcuni obblighi, come quello della coabitazione, della fedeltà, e dell’assistenza morale, in attesa del divorzio o di una riconciliazione. Non si sospendono invece né i doveri verso i figli né quelli di assistenza materiale (tradotti nell’assegno di mantenimento) e nemmeno quelli successori.
Con il divorzio, invece, si sancisce la chiusura definitiva del matrimonio compresi tutti i suo effetti, sia personali che patrimoniali.
Dunque, come detto, se non esiste divorzio con addebito, esiste la separazione con addebito, attribuibile solo in caso di separazione giudiziale, cioè quando, in mancanza di accordo in merito alle modalità e alle condizioni della separazione, la coppia proceda legalmente, attribuendo al giudice la competenza di definirne le condizioni.
Per ottenere l’addebito questo deve essere formalmente richiesto dal coniuge che ritiene di averne diritto, cioè colui che sostiene (con prove atte a dimostrare quest’affermazione) che l’altro ha violato pesantemente uno dei doveri derivanti dal matrimonio.
Si parla quindi non di divorzio per colpa ma di addebito di responsabilità o addebito per colpa, proprio perché il comportamento lesivo di uno dei due coniugi ha provocato la crisi.
Alcuni dei principali motivi sono l’adulterio o tradimento (ecco perché si parla di divorzio per tradimento o divorzio per adulterio), la violenza, l’ingiustificato abbandono del tetto coniugale.
Tuttavia non esiste automatismo: l’attribuzione dell’addebito verrà valutata dal giudice caso per caso: solo se verrà riscontrato un nesso di causa-effetto tale per cui, come si diceva, il comportamento ha determinato la crisi e la rottura esso sarà consesso; in caso contrario, qualora la crisi fosse già in atto e la violazione ne è stata la conseguenza, l’addebitamento non verrà assegnato.
Divorzio con addebito dopo separazione consensuale
È possibile ottenere un divorzio con addebito dopo una separazione consensuale?
Rispondiamo subito e in modo chiaro: no!
Questo perché nella separazione consensuale la coppia si accorda in precedenza sulle condizioni e le modalità da adottare, e omologa questi accordi per renderli esecutivi.
L’addebito della separazione è possibile solo qualora si sia fatto ricorso ad una separazione legale giudiziale, cioè solo quando sia intervenuto un giudice per stabilire con sentenza obbligatoria le condizioni (assegnazione della casa familiare, assegno di mantenimento, affidamento dei figli, ecc.) dal momento che i coniugi non sono stati capaci di pervenire ad un accordo in merito.
Secondo quanto recita l’articolo 151 del Codice Civile, è al giudice che il coniuge deve richiedere espressamente l’addebito a danno dell’altro, e sarà solo questi a decidere se addebitare la separazione a uno dei coniugi o meno.
Questo perché per ottenere la pronuncia di addebito non è sufficiente che il coniuge abbia violato uno dei doveri matrimoniali (fedeltà, coabitazione, assistenza morale e materiale, collaborazione nell’interesse della famiglia), ma è necessario che tale violazione abbia causato la crisi coniugale e la rottura del rapporto. Ed è appunto al giudice che compete l’analisi su questo nesso di causa-effetto, dal quale dipenderà la decisione di addebitare la separazione a uno dei coniugi. Anche perché, a seguito della riforma del diritto di famiglia, la violazione del reciproco dovere di fedeltà, ribadito come regola di condotta dei coniugi, non legittima di per sé, automaticamente, la pronuncia di separazione con addebito e, pertanto, il giudice deve accertare il tutto caso per caso.
Ribadiamo dunque che non è possibile ottenere un divorzio con addebito dopo una separazione consensuale, che evidentemente si contrapporrebbe agli accordi intercorsi in precedenza in modo libero e autonomo.
Quanto Costa un divorzio?
E continuiamo ad affrontare la questione economica, cercando di stabilire una stima realistica dei costi di un divorzio. Anche in questo caso è necessario distinguere tra divorzio congiunto (che si basa sull’arco dei coniugi in merito alle condizioni), e il divorzio giudiziale (che pecca di questo accordo, per cui è necessario ricorrere al Tribunale): mentre nel primo caso i costi di un divorzio oscillano tra 1.600 e 3.200 euro, nel caso di una procedura che richieda 4-5 udienze si dovranno preventivare cifre che vanno da 9.800 a 13.200 euro.
Quanto Costa un divorzio! In effetti, non si tratta di bruscolini, ma è chiaro che le somme variano a seconda del grado di giudizio (le cause davanti alla Corte d’appello o alla Cassazione costano più di quelle in primo grado), del numero di udienze, all’eventuale trattazione della questione dell’affidamento dei figli, etc.
Diversa la situazione nel caso in cui sussistano gli elementi per poter ricorrere alla procedura del divorzio breve in Comune, e cioè che la prole della coppia sia economicamente indipendente e non soffra di malattie fisiche o mentali croniche; i coniugi siano d’accordo su tutti gli aspetti della separazione; non si debbano trasferire beni patrimoniali: in questo caso, i costi di un divorzio alla presenza del sindaco ammonteranno a soli 16 euro di diritto fisso.
Altro modo per abbattere i costi di un divorzio è ricorrere al gratuito patrocinio, di modo che ci si potrà garantire l’assistenza di un avvocato iscritto in apposite liste: tuttavia, per beneficiarne è necessario disporre di un reddito annuo imponibile inferiore a circa 10.628 euro.
Divorzio Berlusconi-Lario
Non ha certo avuto di questi problemi il Cavaliere quando ha deciso di porre fine al suo matrimonio con Veronica Lario: una querelle riguardo all’assegno di mantenimento l’ha però caratterizzato, dal momento che l’importo è stato ridotto dai tre milioni mensili chiesti inizialmente a «soli» 1,4 milioni di euro (50 mila euro al giorno).
Vi sembra un’infinità? Lo è, ma l’aspetto economico del divorzio Berlusconi-Lario è un’inezia se paragonato con quello di alcuni tra gli uomini più ricchi del mondo: a dominare la classifica l’oligarca russo Dmitry Rybolovlev, che ha dovuto sborsare alla (ex) moglie Elena metà del suo patrimonio, e cioè 4 miliardi e mezzo di dollari!
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